
Ma andiamo per gradi... il look di questo Freewave è decisamente più gradevole e stiloso di quello delle tavole Drops 08 e la parte accesoristica è valido: buone le straps, buoni i pads, un po’ datata la forma della pinna che però in acqua non fa sentire la sua “età”. Entrambe le tavole della linea sono contraddistinte dal caratteristico disegno a poppa denominato “back head tail design” che offre planate immediate ed una spiccata manovrabilità. Appena si esce in acqua si capisce subito cosa ha voluto fare lo shaper Mario Vinti con questa linea Freewave: in pratica, invece di offrire tantissime tavole che “stordiscono” il surfista, ha voluto limitare la scelta su due soli modelli (forse manca un 85 litri per le giornate più ventose) e proprio per questa ragione, il Freewave 105 è consigliato ai surfisti più robusti per un utilizzo con vele superiori alla 6.0. Noi siamo riusciti a provarlo dapprima con una 6,3 e la tramontana. In questo caso lo spunto in planata ci ha fatto subito partire a razzo, nonostante il vento alquanto irregolare. In andatura le dimensioni generose non si fanno sentire più di tanto, la tavola non sbatte sul ciop ed il controllo rimane tutto sommato confortevole. Si passano i buchi di vento senza neanche accorgersene ed il 105 scivola via veloce, bordo dopo bordo. In strambata il “tavolone” si esalta perchè è molto, ma molto più manovrabile di quanto ci si potrebbe aspettare. E la controprova l’abbiamo avuta abbinandola alla 5,3 ed utilizzandolo tra le onde: un po’ titubanti per le condizioni, viste le dimensioni della tavola, ci siamo dovuti ricredere. Il Freewave ci ha continuato a stupire, svolgendo bene il suo compito e confermando una manovrabiltà, anche sulle onde, degna di una tavola di dimensioni molto più ridotte. Una ottimo “all terrain” molto manovrabile destinato a più pesanti: espressamente realizzata per dare il meglio su tutti i piani d’acqua, in condizioni di vento medio/leggero sotto i piedi di surfisti con un peso sopra gli 80 chili.
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